Proviamo ad applicare alla nostra Linkedin Strategy la più famosa regola del giornalismo, la regola delle 5W: Why, What, When (and How), Who, Where.

 

Il web è ricco di articoli che ci aiutano a realizzare un profilo Linkedin a regola d’arte e sono tutti molto interessanti. La maggior parte risponde alla domanda come si fa? mentre altri ci forniscono una Linkedin Strategy, ovvero un piano d’azione (a lungo termine) per impostare e coordinare le azioni che ci permettano di raggiungere il miglior risultato possibile.
Il motivo per farlo è semplice: oggi Linkedin conta più di 340 milioni di iscritti in tutto il mondo, quindi senza una strategia che allarghi i nostri orizzonti, il profilo di ognuno di noi diventerà sempre più “uno tra tanti“.

LA REGOLA DELLE 5 W

Prendendo in prestito la regola delle 5 W, la più famosa del giornalismo anglossassone, possiamo applicarla a Linkedin con l’idea di trasformare ognuno di noi in una notizia, e trarne ispirazione per disegnare la nostra strategia in modo da progettare un profilo privo di lacune.
Non trattandosi di fatti, ma di persone, ognuna delle 5 W dovremo interpretarla tenendo presente il contesto.

 

Why: perché sei su Linkedin

Per disegnare una strategia il primo elemento da definire è l’obiettivo. Trovare un lavoro, farci conoscere o rendere visibile il nostro brand, aumentare la nostra reputation, sono tutti possibili obiettivi che saranno determinanti in ogni fase: quando inseriamo le informazioni, facciamo network, decidiamo chi seguire e soprattutto nella scelta degli aggiornamenti da consigliare e condividere. L’insieme di queste azioni costituisce l’immagine che proponiamo all’esterno sia in termini di raffigurazione (disegnando i contorni della nostra storia) che di rappresentazione (riempendo i contorni con tutte le qualità che ci contraddistinguono).

Spesso mi chiedono: Si può trovare lavoro con Linkedin?
Penso che Linkedin possa costituire un innegabile vantaggio in ogni fase della nostra vita professionale, ma la differenza la fanno sempre le persone. Chi siete e come vi relazionate sono sicuramente i punti di forza, Linkedin è il mezzo.

 

What: cosa hai fatto fino ad ora

whatSi comincia dalle informazioni di base, ovvero le tappe principali che vi hanno condotto dove siete oggi e che costituiscono la spina dorsale della vostra identità professionale. Mi riferisco alle seguenti aree: esperienze, formazione, pubblicazioni e infine il riepilogo, che dovrà essere coerente con i contenuti che avrete inserito.
Anche la vita privata ha un valore per chi vuole conoscervi, in particolar modo non sono da trascurare le informazioni su volontariato e interessi.

Spesso mi chiedono: Il profilo è come il CV?
E’ molto di più perché permette di mostrare chi siete e non solo ciò che avete fatto. Descrivere ciò che avete realizzato o la vostra attuale professione è solo uno degli aspetti. Il ruolo, l’azienda o la formazione sono informazioni certe ma anche statiche, a differenza di un CV la presenza su Linkedin di ognuno di noi ha la possibilità di diventare dinamica. Ciò che differenzia Linkedin da un CV è il movimento.

 

When (and How): quando e come lo hai fatto

whenAmmettiamolo… lo step precedente è sostanzialmente un’autodichiarazione, che potrebbe essere il frutto di una percezione soggettiva del nostro valore. Diventa doveroso rispetto a chi ci visita, quindi, fornire quegli approfondimenti che avvalorino le informazioni inserite. E’ il momento di compilare le seguenti aree: progetti, corsi, segnalazioni e infine elencare quelle competenze che, attraverso gli endorsement, saranno confermate da chi ci conosce.
E’ possibile corredare alcune aree del profilo con contenuti quali: post, presentazioni, video, immagini. Sono tutti materiali che comprovano la qualità del nostro lavoro e che dovrebbero essere aggiornati periodicamente inserendo le ultime realizzazioni.

Spesso mi chiedono: Come faccio ad inserire i miei progetti senza citare per chi e con chi li ho realizzati?
Quando è possibile citare il cliente o le persone con cui avete realizzato i progetti, sono loro il vostro valore aggiunto. Quando non è possibile farlo, avrete la possibilità di descrivere un progetto in modo più approfondito.  

 

Who: con chi desideri entrare in contatto

whoA questo punto il profilo è sufficientemente completo per affrontare il tema dei collegamenti.
Un bel profilo senza collegamenti è uno spreco, così come fare collezione di collegamenti senza curare il profilo. Nel primo caso avremo una buona opera da mettere in scena senza un pubblico e nel secondo caso un pubblico a cui non abbiamo nulla da raccontare.
Per aumentare le vostre connessioni possiamo includere: colleghi, collaboratori, amici, bloggerdocenti di corsi, clienti attuali e potenziali.
Oltre al mondo più adiacente al nostro business o alla professione, includerei chiunque vi sembri intelligente, informato, colto, ironico, educato o che semplicemente vi ispiri. Da evitare invece le seguenti categorie: spammatori, egocentrici, perditempo, monotematici.

Spesso mi chiedono: Devo accettare qualsiasi richiesta di contatto?
In linea teorica trattandosi di una piattaforma social, la mia risposta è sempre “si”. Quando si tratta di persone che non conosciamo, una visita al profilo può orientare la nostra scelta, così come la consapevolezza che è possibile cancellare un profilo dai nostri contatti.

 

Where: dove puoi trovare informazioni e ispirazioni

whereUno dei maggiori rischi di Linkedin è l’autoreferenzialità. Dopo aver scritto di se stessi e aver condiviso ciò che abbiamo realizzato, per molte persone il viaggio è finito. In realtà su Linkedin possiamo trarre ispirazione per crescere ed essere informati attraverso: gruppi, pagine aziendali, influencer. Tutte realtà che ci permettono di essere sempre aggiornati, confrontarci con i colleghi, trarre ispirazione da chi eccelle in qualsiasi settore.

Spesso mi chiedono: Come posso aumentare le visite al mio profilo?
Condivisione e partecipazione sono le chiavi di accesso al network. Partecipare alle discussioni nei gruppi, consigliare e commentare gli aggiornamenti pubblicati dai nostri collegamenti, condividere articoli interessanti, sono tutti modi per aumentare la visibilità sulla bacheca dei nostri collegamenti. Senza di essi siamo quasi invisibili.

 

writeUn ultimo paragrafo voglio dedicarlo ad un tema molto attuale, il Content Management, e alla sesta W (Write).
Se consigliare, condividere, commentare contenuti già presenti sono attività importanti che costituiscono il vento che fa muovere la nostra nave, scrivere è come mettersi al timone. Condividere un contenuto scritto da noi, sia direttamente su Linkedin oppure sul nostro sito o da altra piattaforma, è ormai un’opzione a disposizione di tutti e dà alla nostra presenza su Linkedin una dimensione autorale che può distinguerci. Meno impegnativo di un libro, un articolo è il modo per condividere un’esperienza, un’idea, un opinione… e dire qualcosa di noi che vada oltre numeri e fatti.

Spesso mi chiedono: Cosa devo scrivere e come?
Fermo restando che la prima regola è sempre quella di “avere qualcosa di interessante da dire”, la seconda è ascoltare (o meglio leggere). Linkedin è il luogo in cui numerosi influencer a livello mondiale scrivono e pubblicano regolarmente. Cercateli, seguiteli, leggeteli, imparate da loro, lasciatevi ispirare…. e non copiate.

 

Alcune imperdibili sezioni da esplorare su Linkedin: Offerte di lavoro • Elenco dei gruppi • Pulse: news e influencer • Il mondo universitario  Guida a Linkedin 

 

4 Risposte

  1. Antonio

    Chiaro. Secco. Utile. Utilissimo. Ma anche tagliente, nella sua chiarezza. Domande che costringono a darsi una risposta, una check list che obbliga a ripensare (o a pensare!!!) come stare e come alimentare la propria presenza su questo social. Senza giri di parole ed equivoci. Un mini trattato di strategia di comunicazione. Grazie. E complimenti. Davvero!! 🙂

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  2. Gianfranco Personé

    Cara Paola alla regola delle 5W + 1, che è sicuramente accattivante, funzionale, anzi direi tassonomica, mi permetto di aggiungere solo al tuo “Write” una riflessione prendendo spunto dalle “Lezioni americane” di Italo Calvino. Proprio in un ottica di Content Management, perché è sorprendente, infatti, il modo in cui queste sei Lezioni (il 6 si ripete), e le brillanti aperture in esse contenute, sembrano tratteggiare l’attuale scenario dei nuovi media, aperto appunto sui caratteri della Leggerezza, dell’Esattezza, della Rapidità, della Visibilità, della Molteplicità e della Consistenza.

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    • Paola Cinti

      Grazie Gianfranco per aver citato Calvino, con cui condivido solo il numero 6, e per la straordinaria coincidenza visto che è il libro che sto leggendo proprio ora e che una mia amica (Ilaria) mi ha regalato dicendomi che per la mia professione era un testo imperdibile.
      Credo che la partita si giochi a tanti livelli, alcuni spiegabili come quelli di questo articolo, altri più profondi che, seppur enunciati, richiedono delle qualità più “personali” che professionali.
      La tentazione per ora è quella di considerare Calvino un maestro di vita, senza escludere la possibilità di trarne ispirazione per un articolo futuro 🙂

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