La segnalazione della pagina su Facebook di Michela Joyas arriva da un’amica (Gemma) dopo aver scoperto che sto scrivendo di donne e social network. Prendo la segnalazione con molta attenzione e comincio a girare intorno alla pagina per un bel po’ di tempo, cercando di svelarne l’unicità in termini comunicativi.

Entro, guardo, leggo… esco. Qualche giorno dopo ricomincio, più o meno per 100 volte. Niente, non trovo un aggancio con quello che conosco e che faccio. Poca comunicazione, poche informazioni, poca conversazione… eppure mi piace, e anche molto.
E’ un po’ frustrante direi… Facebook è il mio terreno, lo conosco, so come va usato, quali sono i suoi segreti e soprattutto le sue possibilità e lei non usa quasi nulla di tutto ciò.
Ho la sensazione che mi ignori, me e Facebook, e tutto ciò è spiazzante. Ma come? Il più grande social network esistente, che sta arrivando al miliardo di iscritti, dove transitano le informazioni più significative, dove le persone trascorrono molto del loro tempo, dove grandissimi Brand studiano strategie comunicative complesse e a volta rovinose… e qui niente?
Ok, devo dimenticare tutto quello che so e che faccio e ricominciare da capo…

michela-joays-orecchini-articoloLa pagina Michela Joyas è un lungo  scorrere di immagini di gioielli ideati e creati da lei… semplicemente misteriosi.
Li guardo sapendo che non ho mai visto niente di simile e mi soffermo attratta da quella loro apparente semplicità che però non è stata mai pensata prima. Una volta agganciata scopro che ogni gioiello è un racconto su cui qualche volta lei ci fornisce delle tracce, come piccole chiavi interpretative che possiamo usare per aprire lo scrigno delle sue ispirazioni.
La pagina nella sua interezza è decisamente piena di luce così come ogni immagine che pubblica e anche lei devo dire che mi colpisce per la disponibilità e l’energia con cui risponde al mio invito ad essere qui, caratteristiche che condivide con tutte le donne che ho contattato fino ad ora.
E’ chiaro che quello che fa ha una valenza così evidente da non necessitare di alcuna strategia comunicativa e che questa volta anche il colosso Facebook deve farsi da parte e lasciarla parlare…

Ciao Michela, ti lascio campo libero per dirmi di te e dei tuoi gioielli. Per questa volta nessuna domanda, ti ascoltiamo:

Mi chiamo Michela Angeloni, classe 1974, sono un’educatrice di asilo nido ormai da dieci anni e devo dire che amo molto il mio lavoro, amo i bambini e la loro spontaneità.

Nel 2000 si è riaccesa una scintilla, una passione, la cui origine risale all’età di sei anni, quando tornando da un viaggio mi chiesero cosa volessi riportare a casa e io scelsi un cofanetto con tantissime perline colorate, di cui ancora oggi ho un vivissimo ricordo. Quindi dicevo, all’inizio nel 2000, ho cominciato comprando i primi materiali e qualche strumento, e soprattutto documentandomi attraverso internet sulle tecniche base di realizzazione e per un periodo i “tutorial fai da te” sono stati il mio pane quotidiano! Tutto ciò mi ha permesso di raffinare la tecnica, la manualità e la possibilità di dar vita a progetti che mano a mano mi venivano in mente, anche se complessi nella realizzazione.

Oggi è cambiato molto il mio modo di realizzare monili, non è più un semplice hobby, ha un valore espressivo, di comunicazione, di rapporto con gli altri, con l’arte e con la cultura. Può sembrare difficile da comprendere, ma per me, un gioiello rappresenta l’immagine di un pensiero, la percezione che in quel momento mi può dare una determinata persona.

Un altro passo importante è stato aprire la pagina facebook, che ho vissuto come una mia realizzazione personale, perché è stato come raccontare a tutti quel passaggio fondamentale di cui parlavo prima. Le idee e i pensieri devono pur prendere vita e arrivare agli altri, senza preoccuparci di essere giudicati, allora sì che ci si sente liberi di esprimersi, altrimenti il rischio è di  rimanere confinati in un mondo proprio. Questo è il senso della mia presenza su Facebook. Un grazie speciale a Paola che ha dato valore alle mie creazioni.

8 Risposte

  1. Ilaria

    Ciao Michela ciao Paola, da questa piccola intervista-racconto oltre la bellezza dei gioielli traspare una particolare certezza.

    Rispondi
    • Michela

      Bellissimo Ilaria grazie, probabilmente la certezza per entrambe è stata dare un senso a ciò che si fa, si pensa e si realizza.

      Rispondi
  2. Paola Cinti

    Credo che non fosse nelle intenzioni di nessuna delle due, ma se lo vedi allora è bellissimo rendersi conto di cosa e quanto comunichiamo al di là della capacità di intendere e volere 🙂
    Grazie Ilaria per il commento… veramente.

    Rispondi
  3. Antonio

    Un articolo non solo da leggere, ma da “vedere” al di là delle parole….esattamente nello stesso modo in cui si “vedono” quei gioielli….immagini che parlano di bellezza….gioielli che parlano di persone…. altre parole ora da parte mia sarebbero superflue. Bellissimo tutto 🙂

    Rispondi
  4. Antonietta

    TE LHO DETTO SUBITO MICHI!!!! I tuoi gioielli parlano ed emanano una luce particolarissima, BRAVA BRAVA BRAVA!”!!!!!!!!!!!

    Rispondi
  5. Noemi Ghetti

    Grande Michela: i gioielli che escono dalle tue mani sono stupefacenti per il modo in cui sai fondere il fascino dei gioielli arcaici nella scelta di materiali e colori con l’assoluta modernita’ del disegno. Il segreto e’ nel calore di una fantasia in continuo movimento. Bravissima!

    Rispondi
    • Michela

      Grazie Noemi, per le tue bellissime parole perché hanno colto l’origine per la realizzazione di ogni gioiello ….. Per me fondamentale per dare un senso a tutto questo.

      Rispondi

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata