Come è nata l’idea del blog di Marco Steiner?
L’incontro con Marco non è stato così originale come il suo seguito. Una cena leggera, ma speciale, seduti sul divano della sua casa vicino a Piazza Venezia, insieme ad un comune amico convinto che conoscerci fosse importante.

 

So di lui che è uno scrittore con una storia importante dietro le spalle e un futuro decisamente aperto ad ogni possibilità, io sono li perchè lavoro nel web. Praticamente è come dire che lui è un fiume abituato a scorrere con l’intensità che più gli aggrada e io sono una diga fatta di zero e uno.
Così è sempre quando incontro il pensiero, la sensazione che l’altro abbia paura della mia natura materiale, a tratti matematica, sicuramente troppo reale per un mondo che non vorrebbe averne bisogno.
Sento tutta la sua resistenza e ha ragione, così deve essere. Guai a confondere i due mondi. La differenza è importante.
Io so di cosa parlo e non ho bisogno che lui capisca, deve solo credermi. Il resto verrà da sè.

 

logo di Marco SteinerNasce sotto questi auspici la nostra collaborazione. Iniziata con la creazione del suo marchio (by Scriptaimago) e oggi presente con il suo esito più speciale: il blog. Potrei anche dire di averlo fatto io, ma non è così. Gli ho fatto vedere cos’è un blog e poi lui mi ha scippato la nave. Abituato com’è a fare con le parole tutto quello che vuole, ha fatto così anche con me: si è preso tutti gli elementi del web che potevano servirgli, li ha piegati alla sua sintassi e li ha dimenticati, come un capitano che ha scelto la sua nave e l’ha attrezzata per lunghi viaggi, ma poi non ha altro pensiero che per l’equipaggio, la rotta, i paesi dove attracca e le storie che deve raccontare.

Così si fa con la tecnologia. Ridicolo pensarla come piccolo dio che governa oggi il mondo, essa è li per piegarsi ai nostri linguaggi e alla nostra fantasia. Ridicolo pensare di poterne fare a meno e se lo seguite non devo neanche spiegarvi il perchè.


“…mi ha scippato la nave…” Dice Paola di me. Ed allora ecco quello che penso davvero di Paola e della tecnologia: bisogna proprio fare così. Magari di notte, quando quella bella nave é attraccata ad un molo, non c’è nessuno in giro. Basta entrare in una taverna, bere qualche bicchiere e guardarsi un po’ in giro, c’è sicuramente qualche tipo interessante, qualcuno che ha voglia di partire. Ingaggiato – dico – stringendo qualche mano, o pugno sul petto, come si fa adesso… E poi basta salire su quella nave e mollare gli ormeggi. Già perché la cosa più importante è mollare gli ormeggi, che sono gli incastri, i timori, le convenzioni inutili e andare al largo, in mezzo al mare…c’è un’aria diversa là in mezzo. Eccomi qui allora, con questa nave, il Blog di Paola, che io sono riuscito a incasinare parecchio, ci ho riversato dentro idee, scrittura, musica e come dico in prima pagina, porte da socchiudere. Tutto qui, la tecnologia è una porta da aprire, entrarci dentro, portarci noi stessi e poi lasciare socchiusa quella porta d’ingresso, forse potrà servire a scappare o a far entrare altre novità, il concetto è uno soltanto: esprimere la fantasia, con ogni mezzo… tanto Paola è lì intorno, da qualche parte, che veglia e con un suo strano GPS in mano e magari un giorno mi aiuterà in mezzo alle nebbie che fanno sempre parte del Viaggio…
(Marco Steiner)

4 Risposte

  1. Gianfranco Personé

    Caro Marco, se ho ben capito, a Paola non l’hai salvata dai pirati somali e neanche l’hai incontrata per caso in una taverna del porto, ma tramite un amico a casa tua. Però, sempre in torno a un tavolo e sicuramente con un bicchiere in mano. Visti da fuori direi… una strana coppia, ma devo un grazie a tutti e due per il tuo e il suo straordinario Blog. Sostanza e immaginazione, numeri e parole, che cocktail fantastico da gustare. Indovinare gli ingredienti e separarli è impossibile, è un filtro è… magia. Anche io spesso, soprattutto di notte, mi sono lasciato ingaggiare, e mi piace… scivolare sulle onde della fantasia e del sogno… che è vita, che è speranza.

    Grazie. Japers

    Rispondi
  2. Marco Steiner

    Grazie a te Japers che fai sicuramente parte di quel cocktail di magia, fantasia e voglia di partire, non per andare via ma per continuare a cercare, ad essere sempre curiosi e liberi perché la bellezza del web, visto dalla grande nave di Paola è proprio questa, l’infinita libertà.

    Rispondi
  3. Paola Cinti

    Ciao Gianfranco, direi che Marco cerca di convincermi a frequentare di più le taverne in giro per il mondo, ma io rimango abbastanza fedele al mio ruolo di fatina del web, sempre pronta ad intervenire se la nave fa capricci.
    Per ora la nostra differenza è ancora tutta da esplorare, prima di cercare di percorrere strade comuni.
    Magari mi insegnerai tu un giorno come vivere in un mondo e anche nell’altro 🙂

    Rispondi
  4. Antonio

    ….nelle taverne si fanno gli incontri più incredibili…. si beve insieme, ci si raccontano sogni, delusioni, speranze…. le immagini indistinte di un acquarello di Turner si fondono con il rigore degli algoritmi zero uno e con le “regole” di un mondo altrimenti asettico e forse mai neppure nato…. e il mare, la taverna, il porto, le persone prendono vita…si parte, anche stando seduti nel buio e nel silenzio, per un Viaggio….e un’immagine di ragazzetta intravista di corsa tra le radure di uno strano posto forse africano ci spinge a ricercarla ancora…e intanto all’Arsenale i leoni guardano lontano….

    Rispondi

Rispondi a Antonio Cancella commento

La tua email non sarà pubblicata