Dare to be stupid: non aver paura di essere stupido, è una delle 5 regole per lavorare alla Pixar. Un sogno per molti e chi ne fa parte definisce la società una Fairyland: il paese delle favole. La Pixar è una società nata oltre venticinque anni fa come una divisione della Lucasfilm di George Lucas e acquisita da Steve Jobs (co-fondatore della Apple) per occuparsi di grafica dal punto di vista software e hardware. Nel gennaio 2006 viene acquistata per 7,4 miliardi di dollari dalla multinazionale The Walt Disney Company e Steve Jobs entra a far parte del consiglio di amministrazione della Disney come il più grande azionista individuale. Nella sua storia annovera produzioni che l’hanno portata in pochi anni a travolgere tutte le barriere di mercato e tutti i record con film quali: Toy Story, Toy Story 2, A Bug’s Life, Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo, Gli incredibili, Cars, Ratatouille, Wall-E e UP, solo per cintarne alcuni. Ma quali sono le caratteristiche che distinguono questa organizzazione da molte altre e che ne decretano il successo ad ogni uscita? Vediamo cosa emerge da una ricerca sul web. 1. E’ una compagnia film-makers driven, guidata dagli artisti Nell’eterno conflitto fra i creatives e i talents da una parte e gli uomini di marketing e finanza, gli executives dall’altra, la società ha scelto di essere guidata dai talents. 2. Una stalla con tanti cavalli di razza La Pixar si preoccupa principalmente di creare buone storie, realizzando film i più diversi possibile tra loro, a differenza della Disney che ha un suo stile ben preciso. Anche altri studi animati hanno stili definiti, con una sorta di artista al vertice: la Ghibli con Miyazaki, la Aardman con Nick Park… La Pixar invece ha diversi registi di spicco, ognuno col suo stile e la sua sensibilità ben riconoscibili. 3. Si prende l’idea migliore, non importa da chi provenga La capacità di lavorare in team in una modalità che non blocca la creatività intellettuale, ma aiuta a mettere le proprie idee al servizio di tutti e dell’opera che si deve realizzare. I loro soggetti e poi le sceneggiature sono firmati anche da quattro o cinque persone, e a volte ci sono autori accreditati per “additional story material”, arrivando anche fino a quindici e più nomi diversi. 4. Esperienza in Computer animation gradita ma non necessaria E’ una delle caratteristiche dichiarate dalla Pixar che il candidato ideale alla posizione di “Aminatore 3d” dovrebbe avere. Illuminante, vero? Ma se non sono le competenze hard ad essere fondamentali, quale “bagaglio” è necessario? Ecco cosa richiedono: una presentazione che dimostri le capacità del candidato di raccontare una storia attraverso i movimenti, disponibilità al lavoro di gruppo, apertura alla supervisione e disponibilità al cambiamento, comprovata abilità nel raccontare storie, forte conoscenza dei principi di animazione classica, background artistico e senso della fisica del movimento intesa come peso, forma e bilanciamento. Ed infine… 5. Dare to be stupid: non aver paura di essere stupido Non aver paura di riconoscere gli errori e di correggerli, e quanto prima trovi un errore, meglio. Vuol dire che stai migliorando, che stai imparando. Raccontati così sembrerebbero 5 ingredienti per il successo, ma l’obiezione più immediata sarebbe che pochissimi di noi lavorano in un’azienda che può e deve fare della creatività, al tempo stesso, il mezzo ed il fine ultimo. E alla curiosità di leggere questo breve post, dovrebbe seguire inevitabilmente una presa di distanza per non sentire i morsi della frustrazione. Torno sul web a cercare di comprendere cosa rende la Pixar un luogo ideale dove lavorare e scopro che le persone sarebbero disponibili a lavorarvi anche come facchini, addetti alle pulizie… addirittura gratis! A questo punto mi torna in mente una frase, pronunciata da Dimitri Nicolau, un compositore nato in Grecia e vissuto per molti anni a Roma:”Essere nella storia, senza avere una propria storia.” Che siano il desiderio e il coraggio di far parte della storia in modo originale e personale a rendere la Pixar (e non solo) così seducente? Essere nella storia, senza avere una propria storia. Dimitri Nicolau Click To Tweet 2 Risposte Ilaria Giugno 12, 2015 Mmmmh magari lavorare in un’azienda così: innovativa, creativa, e dall’articolo direi “spaziosa”. Rispondi Paola Cinti Giugno 12, 2015 Un sogno, ma anche un’idea di lavoro che mette al centro il desiderio di realizzare cose belle e non il profitto. Rispondi Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito
Ilaria Giugno 12, 2015 Mmmmh magari lavorare in un’azienda così: innovativa, creativa, e dall’articolo direi “spaziosa”. Rispondi
Paola Cinti Giugno 12, 2015 Un sogno, ma anche un’idea di lavoro che mette al centro il desiderio di realizzare cose belle e non il profitto. Rispondi