Un articolo e una photo gallery dedicati alla presentazione del libro “Gramsci nel cieco carcere degli eretici“, di Noemi Ghetti. Venerdì 16 ottobre. Sono appena uscito da casa per recarmi alla presentazione di un libro speciale. L’ho già letto diversi mesi fa, ma l’incontro con l’autrice e i relatori so che sarà una storia nuova, un’altra. Come sempre porto la macchina fotografica e durante il tragitto mi ritrovo a chiedermi perché. In genere non ci penso, qualche volta riguardando le immagini ne scopro alcune speciali e allora, solo allora, emergono pensieri. Finalmente arrivo sul Lungotevere e mi immetto in un vicolo che mi porta in via Giulia… si sente nell’aria il tipico profumo dell’antica storia di Roma. Ecco via dei Banchi Vecchi e poco dopo la libreria Odredek, ”la libreria indipendente più grande de Roma” che porta il nome di un essere immaginario descritto da Franz Kafka in uno dei suoi racconti. Entro e vedo l’autrice con i relatori, pronti per la serata. In sala ci sono tra le tante persone, anche dei giornalisti della carta stampata. L’incontro sta per iniziare e io ho già scattato molte fotografie, ma so che da questo momento il mio occhio dovrà farsi guidare dal suono delle parole. Inizia Sonia Marzetti, storica, che inquadra subito il personaggio Gramsci: “Gramsci non spreca mai parole nei suoi testi ogni cosa ha un suo significato con una ricerca approfondita delle parole”. Sembra di vederlo attraverso questo bellissimo pensiero. Segue l’intervento di Fulvio Iannaco, filosofo, che scolpisce nell’aria l’immagine di profonda integrità di Gramsci come politico e come uomo, che stride con il tradimento politico e culturale verso il suo pensiero, a cominciare dalla sinistra politica del tempo con Togliatti, fino ad oggi con Renzi. La conclusione dell’incontro spetta all’autrice del libro, Noemi Ghetti, che ci regala con le sue parole quella stessa immagine d’integrità, onestà e coerenza intellettuale nel fare ricerca e nel rapportarsi all’uomo Gramsci, che le ha permesso di scoprire e scrivere ciò che altri hanno taciuto e negato. Il fresco della sera e l’immagine delle tante persone presenti all’incontro che ora chiaccherano all’uscita della libreria, mi riportano a galla la domanda iniziale: perché ho con me la macchina fotografica? Cosa sto cercando che non è nel libro e non sarà nella registrazione dell’evento? Non voglio fermare il tempo e non ci tengo a collezionare ricordi… allora cosa? Quando le riguardo trovo decine di risposte: nell’espressione di un volto, in un sorriso o uno sguardo, nella torsione di un corpo, nell’energia di un gruppo di persone o nelle due luci che colpiscono e emanano da eventi come questo. In quel momento preciso provo a catturarle, perché poi siano di tutti. Informazioni evento Libro: Gramsci nel carcere degli eretici Autrice: Noemi Ghetti Editore: L’asino d’oro Isbn: 978-88-6443-264-9 Data evento: 16 ottobre 2015 Luogo evento: Libreria Odredek Relatori: Sonia Marzetti, Noemi Ghetti, Fulvio Iannaco Acquista: L’Asino d’Oro – Feltrinelli – IBS – Mondadori Registrazione evento 7 Risposte Roberto Rizzardi Febbraio 5, 2016 Parole e immagini. Due modi differenti di comunicare, complementari e ambedue al servizio di un unico grande scopo: quello di trasmettere visioni, idee e consapevolezza. Perché Sergio si porta dietro la macchina fotografica? Per la stessa ragione, io credo, per la quale il pittore ha sempre una matita ed un blocco di carta ed uno scrittore mette nero su bianco quello che vede e pensa non appena ciò gli è possibile. Chi si condannerebbe spontaneamente al mutismo? Di norma lo fanno solo gli appartenenti ad alcuni ordini monastici, ma nel farlo comunicano comunque un messaggio preciso. Rispondi Sergio Febbraio 5, 2016 Grazie Roberto per il tuo scritto, parole ed imagini insieme, per me è la prima volta nella mia vita un connubio inaspettato, le imagini erano e sono il mio modo di entrare dentro a quello che vedo, inaspettatamente scrivere quello che ho visto è stato come inserire insieme alle immagini qualcos’altro un completamento di emozioni. Rispondi Paola Cinti Febbraio 5, 2016 Mi colpisce veramente molto vedere quante vite oggi può avere un’opera dopo la sua pubblicazione oppure un evento, e penso che il futuro della comunicazione e della promozione passerà da tutte le nuove vite che altri autori sapranno darle. Che sia anche questa la modernità liquida di cui parla Bauman? Sicuramente ne è una delle sue espressioni migliori… Rispondi Sergio Febbraio 5, 2016 Grazie Paola, mi stai regalando emozioni mai provate nella mia vita, mi hai dato la possibilità di collaborare al tuo sito, mah cosa da me assolutamente inaspettata mi hai chiesto di scrivere sulle mie immagini, un duro cimento, poter descrivere anche scrivendo le emozioni che provo vedendo un evento, un’opera è un completamento e una ricchezza … grazie ancora nel aver creduto in me. Rispondi Paola Cinti Febbraio 5, 2016 Sai com’è no? Hai un’intuizione, non ci pensi e la segui…. i fatti poi ti danno ragione 🙂 Gianfranco Personé Febbraio 5, 2016 In passato mi sono occupato di formazione e di formazione formatori in particolare. Un parte specifica del corso verteva sulla comunicazione. Con il termine comunicazione si intendono tutti i modi con cui gli esseri umani entrano in contatto tra loro ovvero lo scambio di messaggi tra due o più persone in un’interazione. Paul Watzlawick e la scuola di Palo Alto hanno studiato gli aspetti pragmatici della comunicazione umana arrivando ad enunciare 5 assiomi che sintetizzano le caratteristiche principali della comunicazione. Il primo assioma è sicuramente il più famoso ed asserisce che ‘non si può non comunicare’, poiché “ogni comportamento ha valore di messaggio”: anche il silenzio, la distrazione o l’isolamento di un bambino o il non comunicare del comportamento schizofrenico, costituiscono messaggi che influenzano gli altri. Cito solo gli altri assiomi sono: 2) ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi meta comunicazione: ogni comunicazione non solo trasmette informazioni ma si esprime anche attraverso comportamenti; 3) la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti: è importante l’organizzazione degli eventi comunicazionali e della lettura che ne da’ ciascun componente del sistema 4) gli esseri umani comunicano sia con il modulo verbale che con quello analogico (non verbale) 5) tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza: nella relazione di primo tipo vi è una minimizzazione della differenza, nel secondo tipo la differenza viene enfatizzata. Tenuto presente tutto ciò, aggiungo, allora come oggi, solo: “quindi… comunicare bene è meglio”, in fondo è quello che si prova a fare in questo sito. 😉 Rispondi Paola Cinti Febbraio 12, 2016 Ci proviamo, anche perché Watzlawick non ha potuto sperimentare le sue teorie sulla comunicazione nell’era della comunicazione 🙂 Rispondi Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito
Roberto Rizzardi Febbraio 5, 2016 Parole e immagini. Due modi differenti di comunicare, complementari e ambedue al servizio di un unico grande scopo: quello di trasmettere visioni, idee e consapevolezza. Perché Sergio si porta dietro la macchina fotografica? Per la stessa ragione, io credo, per la quale il pittore ha sempre una matita ed un blocco di carta ed uno scrittore mette nero su bianco quello che vede e pensa non appena ciò gli è possibile. Chi si condannerebbe spontaneamente al mutismo? Di norma lo fanno solo gli appartenenti ad alcuni ordini monastici, ma nel farlo comunicano comunque un messaggio preciso. Rispondi
Sergio Febbraio 5, 2016 Grazie Roberto per il tuo scritto, parole ed imagini insieme, per me è la prima volta nella mia vita un connubio inaspettato, le imagini erano e sono il mio modo di entrare dentro a quello che vedo, inaspettatamente scrivere quello che ho visto è stato come inserire insieme alle immagini qualcos’altro un completamento di emozioni. Rispondi
Paola Cinti Febbraio 5, 2016 Mi colpisce veramente molto vedere quante vite oggi può avere un’opera dopo la sua pubblicazione oppure un evento, e penso che il futuro della comunicazione e della promozione passerà da tutte le nuove vite che altri autori sapranno darle. Che sia anche questa la modernità liquida di cui parla Bauman? Sicuramente ne è una delle sue espressioni migliori… Rispondi
Sergio Febbraio 5, 2016 Grazie Paola, mi stai regalando emozioni mai provate nella mia vita, mi hai dato la possibilità di collaborare al tuo sito, mah cosa da me assolutamente inaspettata mi hai chiesto di scrivere sulle mie immagini, un duro cimento, poter descrivere anche scrivendo le emozioni che provo vedendo un evento, un’opera è un completamento e una ricchezza … grazie ancora nel aver creduto in me. Rispondi
Paola Cinti Febbraio 5, 2016 Sai com’è no? Hai un’intuizione, non ci pensi e la segui…. i fatti poi ti danno ragione 🙂
Gianfranco Personé Febbraio 5, 2016 In passato mi sono occupato di formazione e di formazione formatori in particolare. Un parte specifica del corso verteva sulla comunicazione. Con il termine comunicazione si intendono tutti i modi con cui gli esseri umani entrano in contatto tra loro ovvero lo scambio di messaggi tra due o più persone in un’interazione. Paul Watzlawick e la scuola di Palo Alto hanno studiato gli aspetti pragmatici della comunicazione umana arrivando ad enunciare 5 assiomi che sintetizzano le caratteristiche principali della comunicazione. Il primo assioma è sicuramente il più famoso ed asserisce che ‘non si può non comunicare’, poiché “ogni comportamento ha valore di messaggio”: anche il silenzio, la distrazione o l’isolamento di un bambino o il non comunicare del comportamento schizofrenico, costituiscono messaggi che influenzano gli altri. Cito solo gli altri assiomi sono: 2) ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi meta comunicazione: ogni comunicazione non solo trasmette informazioni ma si esprime anche attraverso comportamenti; 3) la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti: è importante l’organizzazione degli eventi comunicazionali e della lettura che ne da’ ciascun componente del sistema 4) gli esseri umani comunicano sia con il modulo verbale che con quello analogico (non verbale) 5) tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza: nella relazione di primo tipo vi è una minimizzazione della differenza, nel secondo tipo la differenza viene enfatizzata. Tenuto presente tutto ciò, aggiungo, allora come oggi, solo: “quindi… comunicare bene è meglio”, in fondo è quello che si prova a fare in questo sito. 😉 Rispondi
Paola Cinti Febbraio 12, 2016 Ci proviamo, anche perché Watzlawick non ha potuto sperimentare le sue teorie sulla comunicazione nell’era della comunicazione 🙂 Rispondi