Una sintesi storica sul pensiero razionale in rapporto con l’immagine irrazionale femminile. Un altro contributo che recupero dal mio passato. Un commento ad un articolo di Emanuele da titolo “Efesto: il lavoro divino e terribile” pubblicato su Pagine Mida n.13 del 2008. Una frase all’interno del testo, lasciata scivolare lì quasi per caso: “A tal punto è preso dal lavoro, che non si accorge che la moglie Afrodite-Venere lo tradisce con Ares-Marte” ed un breve segnale distonico interrompe un piacevole assetto di studio. Il fatto che l’autore non attenda la fine della sua ricerca per attirare i miei sensi su questa breve informazione mi induce a mantenere memoria del suono di queste parole fino al punto finale che fa tornare il silenzio nella mente. Efesto, Afrodite, Ares… la Grecia di oltre 2000 anni fa e la nascita del Logos Occidentale. L’uomo ha vinto molte delle sue battaglie con la natura e molte altre lo attendono. La letteratura ci regala il viaggio di Ulisse attraverso un mondo popolato di esseri fantastici a rappresentare una ricerca sull’ir-razionale, a cui si affianca la ricerca filosofica sul pensiero razionale come caratteristica peculiare dell’uomo. A dividere questi due mondi il dittongo “ir”… I Filosofi e la razionalità, gli Artisti e l’irrazionalità… una separazione che attraverserà la storia fino ai giorni nostri. I primi scelgono la terra come terreno di studio e più precisamente la “polis” come luogo di espressione dell’uomo razionale e decretano – senza alcun dubbio – il pensiero irrazionale come “bestiale”, con conseguente espulsione dalla città degli animali, degli schiavi, delle donne e dei bambini in quanto privi di Logos alla nascita (fatta eccezione che per i bambini-maschi esclusi da questo mondo solo per i primi anni di vita). Che sta succedendo? Il pensiero razionale, indispensabile all’uomo per capire il mondo, non riesce a pensare altro da se stesso. Non può pensare l’irrazionale, non può comprenderlo se non a prezzo di “perdere la testa”, tradendo di fatto se stesso. Il pensiero occidentale nasce da una frattura con l’immagine femminile in quanto rappresentante del pensiero irrazionale. Un veloce balzo in avanti nella storia fino ad una grande rivoluzione: quella francese. La borghesia irrompe come portavoce di una nuova potenzialità: l’uomo, che ha compreso molto del mondo circostante, cerca di appropriarsi del proprio destino opponendosi di fatto al pensiero di una differenza tra gli uomini basata su fattori dinastici, per decretarne un’uguaglianza di fondo… L’illuminismo ha dominato tutto il secolo. Hanno preso via via corpo esami sempre più critici delle tradizionali autorità religiose e una esaltazione sempre più viva di principi razionali e scientifici. L’illuminismo ha il suo canto del cigno con l’Assemblea Nazionale Francese, che approva il 26 agosto 1789 “La dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”. Il primo articolo cita: “Gli uomini nascono e vivono liberi e uguali nei diritti”. L’uomo recupera un concetto di nascita come inizio della vita e dichiara questo momento come uguale per tutti gli uomini… gli uomini, non gli esseri umani. Le donne e i bambini attendono ancora di entrare in città e con essi il pensiero irrazionale. Ma siamo alla fine di un secolo e subito un altro, con tutta la sua carica di aspettative, si apre alla storia: l’ottocento. “I am by birth a Genevese, and my family is one of the most distinguished of that republic. My ancestors had been for many years counsellors and syndics, and my father had filled several public situations with honour and reputation. He was respected by all who knew him for his integrity and indefatigable attention to public business. He passed his younger days perpetually occupied by the affairs of his country; a variety of circumstances had prevented his marrying early, nor was it until the decline of life that he became a husband and the father of a family.” Questo l’incipit di un romanzo decisamente affascinante: Frankestein di Mary Shelley, i cui piani interpretativi non si sono ancora esauriti, come dimostra l’attuale interesse che suscita nei lettori e nei numerosi tentativi di trasposizione cinematografica. La letteratura dell’ottocento si popola a partire da questo romanzo di mondi fantastici e ci traghetta come in un interminabile sogno fino al 1900. Ad attenderci troviamo un’altra grande rivoluzione, quella Russa. La filosofia di Marx e la nascita del mondo operaio: il lavoro e più precisamente il rapporto tra l’uomo, le risorse e gli strumenti del lavoro diventano idea di realizzazione per l’uomo, ingenuamente sperata come definitiva. Una rivoluzione che, nel suo confermato rapporto con la realtà materiale, decreta un’uguaglianza con il mondo femminile solo apparente… e Marx tradisce un’intuizione giovanile che gli aveva fatto confessare, alla sola età di 19 anni in una lettera al padre, il fallimento nella ricerca “della perla delle perle”. La città si popola di donne in cerca di un’uguaglianza che restituisce loro una libertà di movimento ed una sempre crescente autosufficienza da padri e mariti… La realtà materiale e con essa il pensiero razionale diventano terreno di incontro tra uomini e donne, ma il prezzo rimane la ricerca sull’ir-razionale, che passa dalle mani del pensiero religioso, che parla di “anima”, alle mani della psicanalisi che lo chiama “in-conscio”… e un altro dittongo “in” ne decreta l’inconoscibilità… e Freud scrive migliaia di pagine su qualcosa che dichiara non-conoscibile (Das Unbewusste). La realtà materiale del corpo femminile esiste di fatto nella storia e continuerà il suo percorso fino ai giorni nostri attraverso un lento processo di ricerca di un’uguaglianza tra i sessi. Ma ricordate? Il pensiero razionale non può pensare altro da se stesso… non può pensare la diversità da se stesso. Non riesce ad immaginare come il pensiero, una volta liberato dalla sua origine divina, realizza la propria derivazione biologica ed in quanto tale non può essere uguale in uomini e donne, perché i loro corpi sono diversi. Gli artisti del novecento lo hanno capito al posto dei filosofi e dei padri della psicoanalisi: Picasso destruttura la figura per obbligare il nostro sguardo a cercare qualcosa di diverso, Matisse libera il colore dalle linee di contorno che delimitano la fantasia e infine Modigliani che “fa sparire” gli occhi delle sue donne, per trasformarli in luoghi scuri dove tutto può essere immaginato. Ora siamo all’inizio di un nuovo secolo e mi piace pensare che la ricerca sugli esseri umani possa continuare il suo percorso con una speranza/certezza che sapere si può anche di ciò che non si vede e che realizzazione esclusivamente umana è la capacità di immaginare (1). ————————— (1) “M.Fagioli, Il bisogno di idee nuove, Left, n.22, 30 maggio 2008” 2 Risposte Marzia Aprile 2, 2013 Perchè il diverso deve essere irrazionale o oscuro e lasciato da parte, non mi è ancora chiaro, forse perchè per chi “pensa di essere razionale” è più sicuro tenere distante, non fidarsi e gettare il diverso nel cestino come fosse un pacchetto di patatine,”mi avvalgo del utile, per poi disfarmene appena non mi serve”. Mero esempio di razional incoscienza….e se gli infiniti universi possibili fossero solo questo… Rispondi Paola Cinti Aprile 3, 2013 Ciao Marzia, direi che è un tipico ragionamento razionale: se sei come me (razionale) sei il bene, se sei diverso (irrazionale) sei il male. Da lì poi donne, stranieri, bambini e altro essendo diversi diventano pericolosi. I greci infatti li consideravano non partecipanti della polis, ma esterni ad essa. Rispondi Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito
Marzia Aprile 2, 2013 Perchè il diverso deve essere irrazionale o oscuro e lasciato da parte, non mi è ancora chiaro, forse perchè per chi “pensa di essere razionale” è più sicuro tenere distante, non fidarsi e gettare il diverso nel cestino come fosse un pacchetto di patatine,”mi avvalgo del utile, per poi disfarmene appena non mi serve”. Mero esempio di razional incoscienza….e se gli infiniti universi possibili fossero solo questo… Rispondi
Paola Cinti Aprile 3, 2013 Ciao Marzia, direi che è un tipico ragionamento razionale: se sei come me (razionale) sei il bene, se sei diverso (irrazionale) sei il male. Da lì poi donne, stranieri, bambini e altro essendo diversi diventano pericolosi. I greci infatti li consideravano non partecipanti della polis, ma esterni ad essa. Rispondi