Domus Aurea: la casa di Nerone Sergio Pricci Febbraio 29, 2016 Another point of view 16627 Un mattino d’inverno alla Domus Aurea, la casa di Nerone. Uno dei modi migliori per passare l’inverno da queste parti, consiste nel dedicarsi alla cultura e storia di questa città, eterna e sconfinata. La storia della Domus Aurea La Domus Aurea era la villa urbana di Nerone, costruita dall’imperatore romano dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C. e resa possibile dalla distruzione di buona parte del centro urbano, che permise al princeps di espropriare un’area complessiva di circa 80 ettari e costruirvi un palazzo che si estendeva dal Palatino all’Esquilino. L’ampiezza della costruzione era tale da includere: tre portici lunghi un miglio e uno stagno, anzi quasi un mare, circondato da edifici grandi come città con alle spalle ville, campi, vigneti e pascoli, boschi pieni di ogni genere di animali selvatici e domestici. Tutta questa maestosità occupava un’area immensa: dal Palatino e dalla Velia si estendeva fino all’attuale chiesa di S.Pietro in Vincoli, seguiva via delle Sette Sale e, seguendo le Mura Serviane, arrivava fino al Celio, dove era il Tempio di Claudio, trasformato in ninfeo, per poi raggiungere nuovamente il Palatino. La costruzione della villa venne affidata ai migliori architetti del momento, Severo e Celere, che compirono l’opera in soli quattro anni, non lesinando sull’impiego di materiali come marmi, pietre preziose e madreperla. Per poco tempo l’imperatore godette del lusso e della ricchezza della dimora da lui ideata; infatti Nerone morì poco tempo dopo la conclusione dei lavori e i suoi successori, volendo cancellare il ricordo dell’odiato imperatore, secondo un rito pressoché identico nei secoli, distrussero le opere da lui volute. [Fonte: Soprintendenza Speciale all’Area Archeologica di Roma] Visita nelle “profondità” della Domus Aurea Succede che un giorno ti svegli e senza averlo previsto ti ritrovi a fare lo speleologo. Perché direte voi? Per visitare la Domus Aurea bisogna entrare dentro delle grotte… un viaggio in profondità, con al mio seguito l’inseparabile Nikon. La Domus fu parzialmente demolita e ricoperta di macerie, per far da fondamenta alle terme che Tito e Traiano decisero di costruire proprio dove era la Casa di Nerone. Oggi sopra a quel che resta della villa c’è un grande parco. Parcheggiata l’auto nelle vicinanze del parco di Colle Oppio, le prime sensazioni che provo sono una percezione tangibile del silenzio del sabato mattina e nell’aria un profumo d’inverno inoltrato, freddo, austero e sovrastato da un cielo plumbeo, il tutto “arredato” da palazzine della prima decade del 1900, su tre/quattro piani, dalla splendida architettura. Passeggiando per via Labicana si arriva al cancello d’ingresso della villa e alle spalle non si può ignorare l’anfiteatro di Flavio, er Colosseo. Ci fanno indossare un caschetto di protezione, e con questo gesto la mia concentrazione si divide tra il mirino della fotocamera e le parole della guida, la quale ci immerge efficacemente all’epoca dei fatti, il primo secolo d.C., citando uno scrittore del periodo: Svetonio scrive che una statua colossale, alta 120 piedi, immagine di Nerone, poteva entrare nel vestibolo della casa. Tutto era coperto d’oro, ornato di gemme e di conchiglie. Immaginare lo scenario, mi provoca un’accelerazione dei battiti del cuore. Proseguo fotografando le pareti in tutta la loro altezza e le rare decorazioni rimaste, mentre la guida ci racconta di sale da pranzo con soffitti coperti di lamine d’avorio e forate in modo da permettere la caduta di fiori e profumi, fino ad arrivare alla sala più importante, circolare, che ruotava come la Terra. Le emozioni mi distraggono per un attimo dalle parole della guida e, ormai immerso nel periodo storico, uso la macchina fotografica per fissare le immagini di questo luogo magico, oggi rese ancora più preziose dai volti attenti e increduli di noi visitatori, meravigliati nel realizzare che duemila anni fa alcuni uomini hanno progettato un sito così bello e architettonicamente innovativo. All’uscita tutti sembriamo frastornati dalle emozioni appena provate… una sensazione che mi accompagnerà per giorni. Per maggiori informazioni sul sito archeologico, sull’andamento delle opere di restauro e sulle visite: Il cantiere della DomusAurea Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito