AI e lavoro: rivoluzione o semplice evoluzione? Paola Cinti Marzo 7, 2025 Another point of view, Intelligenza Artificiale, Uncategorized 116 L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui lavoriamo, creando nuove professioni mentre ne trasforma altre, in un panorama lavorativo che cambia più velocemente di un capo che chiede modifiche all’ultimo minuto. Riprendiamo lo studio dell’AI con le risposte corrette al quiz della scorsa settimana: 1-b, 2-b, 3-c. L’intersezione tra AI e lavoro rappresenta uno dei temi più discussi degli ultimi anni, e non senza motivo. Da un lato, sentiamo parlare di automazione che “ruba” posti di lavoro, dall’altro di nuove opportunità professionali mai viste prima. Ma qual è la verità? Come sta cambiando concretamente il panorama lavorativo con l’avvento dell’intelligenza artificiale? In questo articolo imparerai: Come l’AI e lavoro si intrecciano creando nuove professioni e trasformandone altre Quali competenze saranno più richieste nel mercato del lavoro influenzato dall’AI Come prepararti alle sfide professionali nell’era dell’intelligenza artificiale Come l’AI contribuisce alla sicurezza online e migliora la mobilità urbana Strategie per sfruttare l’AI come alleata nella tua carriera, non come minaccia La grande trasformazione: come l’AI sta ridisegnando il mercato del lavoro Immagina il mercato del lavoro come un grande teatro in cui sta andando in scena un cambio di scenografia. Mentre alcuni fondali vengono rimossi, altri nuovi e sorprendenti prendono il loro posto. L’AI e lavoro formano un binomio che funziona esattamente così: trasformano il palcoscenico professionale sotto i nostri occhi. Secondo il World Economic Forum, entro il 2025 l’automazione e l’intelligenza artificiale potrebbero sostituire circa 85 milioni di posti di lavoro a livello globale. Ma contemporaneamente, potrebbero crearne 97 milioni di nuovi. Il saldo? Positivo, con 12 milioni di opportunità lavorative in più. Le professioni che si basano su attività ripetitive e prevedibili sono quelle più a rischio: cassieri, operatori di data entry, alcuni lavori amministrativi. Ma attenzione: l’AI non “ruba” semplicemente questi lavori, li trasforma, aggiungendo nuovi ruoli di supervisione, controllo qualità e personalizzazione che la macchina (almeno per ora) non può svolgere. Antonio, un ex impiegato bancario di Torino, mi ha raccontato: “Quando hanno introdotto i sistemi automatizzati per l’elaborazione dei prestiti, ho temuto di perdere il lavoro. Invece, mi hanno formato per supervisionare i casi più complessi che l’AI segnalava come anomali. Ora guadagno di più e il mio lavoro è più interessante!” Le nuove professioni generate dall’AI Il rapporto tra AI e lavoro non è solo fatto di trasformazioni, ma anche di vere e proprie nuove creazioni professionali. Ruoli che fino a pochi anni fa sembravano usciti da un romanzo di fantascienza oggi sono normali offerte di lavoro su LinkedIn. Prompt engineer, AI ethics consultant, machine learning specialist, data curator: sono solo alcune delle nuove professioni nate dall’esigenza di gestire, migliorare e supervisionare i sistemi di intelligenza artificiale. E non pensare che siano tutte riservate a geni della matematica con dottorati in informatica! Maria, una ex copywriter di Milano, ha seguito un corso di 6 mesi su prompt engineering e ora collabora con diverse aziende per ottimizzare i loro sistemi di AI generativa: “Non ho mai studiato informatica, ma la mia competenza linguistica si è rivelata fondamentale per ‘parlare’ efficacemente con l’AI.” Sapevi che…? Nel 2023, un avvocato ha usato ChatGPT per scrivere una causa legale. Peccato che l’AI abbia inventato alcune sentenze inesistenti! Morale della favola? L’AI aiuta, ma l’esperienza umana resta fondamentale. Le sfide della riqualificazione nell’era dell’AI La relazione tra AI e lavoro porta con sé una sfida fondamentale: la necessità di aggiornarsi e riqualificarsi continuamente. La buona notizia? Non devi necessariamente diventare un programmatore per sopravvivere nel mercato del lavoro del futuro. Le competenze più richieste saranno un mix di capacità tecniche e soft skills. La comprensione di base di come funziona l’AI (no, non devi saper programmare un algoritmo da zero) si combinerà con competenze sempre più valorizzate come il pensiero critico, la creatività, l’intelligenza emotiva e la capacità di risolvere problemi complessi. Paolo, un insegnante di storia di Roma, racconta: “Ho iniziato a usare l’AI per creare materiali didattici personalizzati. Non sono un tecnico, ma ho imparato a dare istruzioni precise all’AI per ottenere contenuti adatti ai miei studenti. Questo mi ha reso molto più efficiente e i ragazzi sono più coinvolti.” La chiave è adottare una mentalità di apprendimento continuo. Le aziende più lungimiranti stanno già investendo nella formazione interna, consapevoli che riqualificare i dipendenti costa meno che assumerne di nuovi. AI e lavoro: come affrontare il cambiamento senza panico Ansia da automazione? È comprensibile, ma non necessaria. L’AI e lavoro possono convivere pacificamente se impariamo a vedere l’intelligenza artificiale come uno strumento, non come un sostituto. Il segreto è concentrarsi su ciò che ci rende umani: creatività, empatia, capacità di giudizio etico, comprensione del contesto culturale e sociale. Queste sono le competenze che l’AI fatica (e probabilmente continuerà a faticare) a replicare. Lucia, architetto di Palermo, utilizza l’AI per generare rapidamente diverse opzioni di design: “L’AI mi fa risparmiare giorni di lavoro ripetitivo. Io posso concentrarmi sulla parte creativa e sulla relazione con i clienti. Non ho mai lavorato meglio!” Un approccio pratico? Individua gli aspetti del tuo lavoro che potrebbero essere automatizzati e inizia tu stesso a utilizzare l’AI per svolgerli. Diventa esperto nell’uso degli strumenti di intelligenza artificiale relativi al tuo campo. Così facendo, ti posizioni come un professionista evoluto, non come qualcuno che teme di essere sostituito. Mito da sfatare: “Se l’AI fa il lavoro per noi, non servirà più imparare nulla” – Sbagliato! L’AI richiede supervisione e nuove competenze per essere utilizzata al meglio. Per concludere: abbracciare il cambiamento con consapevolezza Il legame tra AI e lavoro continuerà a rafforzarsi nei prossimi anni, trasformando profondamente il panorama professionale. Ma come ogni grande cambiamento tecnologico della storia, non si tratta di una completa sostituzione, quanto piuttosto di una rinegoziazione dei ruoli. Chi saprà adattarsi, acquisendo nuove competenze e mantenendo una mentalità flessibile, non solo sopravviverà ma potrà trovare opportunità inimmaginabili fino a pochi anni fa. L’intelligenza artificiale è uno strumento potentissimo, che come tutti gli strumenti può essere ben o mal utilizzato. La differenza la facciamo noi, con la nostra capacità di guidare il cambiamento anziché subirlo. Come diceva Alberto, un consulente aziendale di Venezia: “L’AI è come avere un assistente instancabile che fa i compiti più noiosi. Una volta la vedevo come una minaccia, ora non potrei più lavorare senza!” Se ti è piaciuto questo articolo, puoi recuperare l’articolo che parola degli “Errori dell’AI” per capire a che punto siamo con l’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale. Nel prossimo articolo, parleremo dell’AI nella Medicina e nella Sanità. Mini-quiz: quanto sei preparato per il futuro del lavoro con l’AI? 1- Quali competenze saranno più valorizzate nell’era dell’AI? a) Esclusivamente competenze di programmazione avanzata b) Solo competenze tecniche specifiche di settore c) Un mix di competenze tecniche di base e soft skills come creatività e pensiero critico 2- Come si può affrontare al meglio la trasformazione del lavoro causata dall’AI? a) Cambiando completamente settore professionale b) Adottando una mentalità di apprendimento continuo e iniziando a usare l’AI come strumento c) Aspettando che il proprio datore di lavoro fornisca formazione specifica 3- Quale affermazione sul rapporto tra AI e lavoro è corretta? a) L’AI sostituirà completamente i lavoratori in tutti i settori b) L’AI creerà più posti di lavoro di quanti ne eliminerà c) L’AI trasformerà molti lavori, eliminandone alcuni ma creandone di nuovi, con un probabile saldo positivo Le risposte corrette le troverai all’inizio del prossimo articolo! PER CONTINUARE A STUDIARE L’AI Se vuoi seguire il progetto dedicato all’apprendimento dell’AI iscriviti al mio canale WhatsApp Another Point of View oppure inviami la tua email a questo indirizzo: [email protected] per gli aggiornamenti. Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito