Ho sempre giocato con le macchinette fotografiche, un’attrazione irrazionale che mi ha seguito fin dalla mia prima reflex. Un evento a suo modo catastrofico, perché mi ha immerso in una realtà fino a quel giorno sconosciuta per la sua grandezza e possibilità di offrirti infiniti mondi diversi. Quindi ho iniziato a leggere tutto il possibile sulla tecnica fotografica e ho iniziato a capire su quali strade stavo camminando. Con il tempo gli scatti sono diventati sempre più ragionati e tecnici al tempo stesso… nella mente visualizzi come dovrà essere la foto e la senti proprio così nel momento del click.
Un’emozione profonda vedere che quello che hai davanti é proprio ciò che hai immaginato, ti cambia il modo di vedere le cose… poter fermare un istante che descrive un’emozione, anche se le emozioni non si lasciano descrivere facilmente. Una ricerca continua quella di provare a trasmettere ciò che provo io, sapendo che non riuscirò mai a farlo perfettamente… quindi continuo. Non sono un professionista e la fotografia non è il mio mestiere, ma “solo” la mia passione. La verità è che io scatto per me stesso, mi rilassa e mi fa sentire bene, perché riesco a dire quello che voglio con una reflex!

 

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