Domenica, 2 settembre ore 8:17. Su Facebook Adriano Foist La Punta questa notte mi ha postato: “Continuare a vedere quei magnacci, quelle sanguisughe di politici in TV mi fa venire l’orticaria. Eppure se oggi uno volesse fondare un nuovo movimento in Italia non avrebbe bisogno né di soldi né di una sede. Basta Facebook: infatti non c´è nessun altro luogo fisico dove passano quotidianamente, in alcuni casi diverse volte al giorno, più di ventuno milioni di italiani. Sì, c’è la televisione, ma davanti alla tv siamo tutti passivi, subiamo quello che politici e giornalisti, spesso di parte, vogliono propinarci. Sulla rete invece siamo protagonisti; sulle bacheche dei nostri profili o sui tantissimi gruppi tematici organizzati spontaneamente, milioni di persone leggono, comunicano, si informano, condividono. Ci possiamo quindi, organizzare e non solo per protestare, ma per cambiare le regole del gioco: il popolo viola, il movimento delle donne “se non ora quando?” e persino il CleaNap che ha organizzato gruppi di volontari civici per pulire le strade di Napoli dalla spazzatura, o Angeli col fango sulle magliette, che da soli hanno fatto quello che stato e protezione civile non sono stati in grado di fare. Sono tutti nati e cresciuti attraverso la piattaforma di Facebook. Poi, e non è una novità, in Egitto e in Tunisia all´inizio del 2011 in questo modo hanno mandato a casa dei tiranni secolari e a dispetto di tutto e di tutti. Certo lì è ancora tutto precario e confuso, ma una cosa è certa: si può fare. Mandiamoli tutti a casa!” Clicco “Mi piace” e penso che Adriano è un sognatore impenitente. Esco e vado a godermi ancora un po’ di sole e di mare prima di un inverno di… rigore, in tutti sensi.

Sabato, 29 settembre ore 23:11

Sono rientrato a casa con Niva, stanco dopo essere stato a cena da Rino e Manuela. Siamo sconfortati, abbiamo passato tutta la sera a discutere cosa si può fare per salvare l’Italia dalla crisi e dai nostri poco amati politici. Non abbiamo più alcuna speranza: a primavera andare a votare o non andare? E se andiamo, chi possiamo votare? Basta. Per abitudine, prima di andare a dormire, accendo il mio portatile ed entro su Facebook. Petra Chiusi mi ha postato un link con una breve nota. È la proposta di un movimento nuovo che ha un account su facebook con più di 3500 amici. Petra nella nota mi dice che anche su Twitter la notizia va alla grande. Leggo. C’è un mini programma per risolvere il problema “Italia” e delle semplici regole da rispettare, una specie di statuto fondante. Clicco “Mi piace” e scopro che Adriano Foist La Punta è tra i fondatori e altri 7 dei miei amici hanno cliccato “Mi piace”. Sono stanco vado a letto.

Venerdì, 19 ottobre ore 13:54

Sono passate meno di tre settimane e su FB le adesioni in forma di “Mi piace” sono più di quarantacinquemila. Il mio amico Alberto Mostretto su Linkedin ha aperto un gruppo di discussione libero dal titolo “Il movimento e la fine del partito politico”. L’interesse, la passione come la speranza cresce anche se, secondo lui, è tutto inutile perché come sosteneva Max Weber, «per partiti si debbono intendere le associazioni costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza all’interno di un gruppo sociale e ai propri militanti attivi possibilità per il perseguimento di fini oggettivi e/o per il perseguimento di vantaggi personali». È così vero che non passa giorno che politici, di destra o di sinistra, non diano addosso al movimento, in televisione e sui loro account di facebook, dove vengono sbeffeggiati. Questi non hanno capito niente e continuano a ciurlare nel manico. Staremo a vedere.

Domenica, 4 novembre ore 9:42

Ho sentito Rai News 24, il movimento ha superato un milione di adesioni. Paperon dei Monti non ha commentato, ha lasciato la parola ai nipo(li)ti(ci) Qui (Alfano), Quo (Bersani) e Qua(Casini) che hanno gridato all’antipolitica. Penso: cazzate! Caso mai antipartitica. Un sondaggio recente da’ più del 65% di non votanti di cui un 7% sono del partito del “Rifiuto”. I sostenitori di questo ipotetico partito, invitano ad andare ai seggi per votare, presentandosi con i documenti e la tessera elettorale, dopo essersi fatta vidimare la tessera esercitare il diritto di rifiutare la scheda (ovviamente dopo la vidimazione), dicendo: “rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato”; pretendendo quindi che venga verbalizzato il rifiuto della scheda, facendo inserire un commento che giustifichi il rifiuto (ad esempio “nessuno dei politici compresi nelle liste mi rappresenta”). Secondo queste persone, cosi facendo si adempie al diritto dovere di votare, ma di fatto non votando, si impedisce che il voto nullo o bianco sia conteggiato come quota premio per il partito con più voti. Infine, secondo lo stesso sondaggio, quelli che si dichiarano per il voto si distribuiscono così: 39% indecisi, PD e Movimento 5 stelle 13%, PDL al 12,5, Idv 11%, Sel 9%, Lega 5%, Udc 3,8 %, Futuro e libertà 2,5% i rimanenti in percentuali non significative.

Mercoledì, 15 dicembre ore 21:36

Sul suo diario Facebook il mio amico Riccardo Alzardi, ha messo una nota: “Un partito politico è – di fatto – una contradizione di termini e quindi non ha ragione di esistere! Potrebbe sembrare un’affermazione priva di senso ma, invece, trova una sua logica se ci si sofferma sul significato reale delle parole. Se valutiamo separatamente i due vocaboli, comprendiamo che, partito dal latino  “partitus” è participio passato di partiri cioè dividere, e questo  – a sua volta -, deriva da “pars” ovvero parte, quindi privilegia una certa porzione del tutto, e quindi persegue determinate finalità di qualunque genere. Politica, invece, deriva da “polis”, che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; “politica” significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Quindi le due definizioni contrastano irrimediabilmente tra loro, creando fraintendimenti che nulla hanno a che fare con il bene comune. Ecco perché è meglio pensare a movimenti che potranno poi sfociare in liste civiche vere. Civico dal latino “civis”, cittadino. Lista civica è un insieme di cittadini senza appartenenza a nessun partito, ma con una precisa intenzione di fare politica, nel senso più vero e alto della parola. Un governo che parta dal basso, quindi, senza le logiche avariate della convenienza partitica, che guardi ai bisogni del cittadino e del territorio in cui vive. Certo, voi direte, che non si può pensare di tornare all’epoca dei Comuni. Certo, ma si può e si deve considerare l’idea di unirsi in federazioni per aggregare man mano le esigenze provinciali, regionali e quindi nazionali. E perché no, anche a livello europeo come federazione di stati che abbiano una costituzione condivisa e un governo comune, per un’Europa veramente e concretamente unita politicamente e non soggiacente agli interessi finanziari di pochi. Dunque trasformare il movimento in una lista civica, oggi è l’unica forma democratica di governo che possiamo attuare. Le liste civiche destano timore tra i partiti, perché vicine alla gente, ai suoi bisogni e ai problemi pratici. Guardate il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, con tutto che è troppo grillocentrico, ormai è dato al 14% e… quanto fa paura!”. Clicco “Mi piace” e condivido.

Giovedì, 17 gennaio ore 22:36

La puntata di Servizio Pubblico che sto seguendo su Facebook, si è aperta con Santoro e le reazioni dei cittadini italiani alla politica parassita dei partiti e alle nuove misure coercitive e vessatorie anti crisi prese dal governo tecnico guidato da Mario Monti, nonché la vertiginosa crescita del “Movimento”. In studio ci sono Vendola del Sel  e Di Pietro Idv . Registrata c’è un intervista fiume di Beppe Grillo del movimento 5 stelle che tuona contro tutto e tutti: governo, partiti, televisioni e nuovi antagonisti, rivendicando al suo movimento l’unicità, la genuinità ed efficacia. Santoro da la parola ad uno dei fondatori del “Il movimento”. lo presenta e chiarisce che è stato nominato a rappresentare in studio “Il movimento”. Il sig. Giancarlo Gente, laureando in sociologia all’università di Padova, nella sua esposizione documenta come, tutti quelli preposti come lui, ad essere inseriti nella lista civica che si presenterà alle elezioni di primavera, siano stati scelti tramite votazioni primarie regionali, effettuate anche on-line in perfetto stile di e-democracy. Lungi da giochi di potere, la lista si sta concretizzando con il voto ricevuto da coloro che sono stati riconosciuti come trascinatori del movimento, che più si sono spesi per il movimento e abbiano già ampiamente dimostrato di corrispondere agli incarichi di coordinamento e promozione loro affidati. Al di là del fatto di essere professionisti, disoccupati, lavoratori, esodati, casalinghe o studenti, soprattutto sono stati premiati per la loro capacità di saper ascoltare la gente in rete come per strada, e di non aver paura a esprimere il proprio pensiero ragionato, oltreché di avere il merito di non essere mai stati candidati per nessun partito in nessun tipo di elezioni. Il signor Gente afferma inoltre che, tramontate le grandi ideologie, il maggiore fattore aggregante diventa la progettualità e che il Web è senz’altro adatto per la creazione di fronti comuni e cause condivise. Sicuramente la Rete non può essere un luogo autonomo dove fare politica, ma un potente veicolo di integrazione. Dalla Rete si può partire, ma dalla Rete bisogna anche uscire. È un luogo dove piantare il seme di un’idea e diffonderlo, perché poi cresca e viva anche fuori da lì. Proprio come il germoglio che esce dalla terra in cerca del sole. Bisogna essere padroni della comunicazione multicanale. L’importante è essere veri, essere sempre se stessi, non artificiosi, non banali e soprattutto avere sempre presente e rispettare l’altro, quello che ti ascolta.

Penso che forse ora la gente sia stufa, non ha bisogno più di imbonitori, comincia ad usare la testa e abbandona l’istinto primordiale della pancia.

Giovedì, 21 febbraio ore 21:54

Su Facebook seguo la puntata di Servizio Pubblico, il nuovo delegato del Movimento l’avvocato Filiberto Iannacchini lamenta che con cavilli burocratici si sta impedendo la presentazione del simbolo del movimento e non sono state legittimate alcune centinaia di migliaia di firme raccolte, tramite e-mail certificate, per la presentazione dei candidati alle prossime elezioni politiche. Santoro fa inserire su facebook la domanda: “Ritenete giusto l’ostracismo denunciato da rappresentante del Movimento”. In meno di mezzora si sono avute più di un milione di risposte. Il 97,6 % dei rispondenti ha urlato il suo NO.

Martedì, 19 marzo ore 15:22

Nella cerchia dei miei amici di facebook  c’è stato un passa parola: più di 50 hanno aderito e parteciperanno alla manifestazione del Movimento di sabato 13 aprile che si terrà a Roma, 12 hanno detto forse. Adriano mi ha chiesto se potevo ospitarlo con sua moglie, verrebbe giù in treno venerdì. Rispondo con uno “smile”.

Sabato, 13 aprile ore 13:12

Verifico sul mio Iphone che su tutti i network rimbalza la notizie che la manifestazione pacifica, indetta da “Il movimento” prevista per oggi nella spianata di Tor Vergata, si sta concludendo e circa tre milioni e mezzo di giovani, anziani, lavoratori, pensionati, disoccupati e famiglie intere, provenienti da tutta Italia si sta avviando ordinatamente a piedi verso il centro di Roma. Sembra che il prefetto di Roma abbia ordinato l’immediato scioglimento del “corteo”, perché non previsto. Io con Niva, Manuela, Petra, Rino, Adriano, Carolina, Alberto, Riccardo, mi sto incamminando tra la folla verso Piazza Montecitorio. Nel cielo volano 4 elicotteri che scortano il serpentone umano. Corre voce che dall’aeroporto di Pratica di mare si stiano per alzare dei caccia. Con WhatSApp mi arriva il messaggio di Saverio Emiliani da Bologna che mi informa che anche lui è in piazza con migliaia di persone e che tutte le reti televisive stanno facendo vedere come in tutte le città italiane, Roma compresa, la gente stia abbandonando le case e le loro occupazioni per  scendere tutti in strada.
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Domenica 6 maggio ore 5,23

Mi sveglio di soprassalto tutto sudato.

Accidenti Paola, ma che idea ti è venuta di chiedermi di scrivere qualcosa su politica e social network, ora mi tocca appuntarmi minuto per minuto tutto il mio sogno.

8 Risposte

  1. Paola Cinti

    Ecco perchè mi piacciono i sogni…
    Partirei dal titolo che mi sembra particolarmente puntuale nell’evidenziare le vere possibilità della rete. Nata come strumento di comunicazione alternativo è diventata oggi patrimonio di tutti attraverso i social network, passando storicamente per quello che fu un vero e proprio atto pirata: fu attraverso internet che il mondo venne a conoscenza dei veri effetti del disastro di Chernobyl all’epoca tenuti nascosti da russia, america e europa.
    In fondo è sempre stata rivoluzionaria…

    Petra

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  2. Gianfranco Personé

    Le prime dichiarazioni del Presidente Napolitano hanno forse a che vedere con il morbo di Alzheimer o trattasi di cecità pura. Il non voler vedere l’evidenza, questo mi preoccupa molto. Invece questa analisi mi sembra interessante: https://www.informarexresistere.fr/2012/05/08/fermo-restando-che-il-primo-partito-e-l%e2%80%99astensionismo-penso-che-il-merito-maggiore-dell%e2%80%99avanzata-dei-grillini-e-che-fara-cadere-il-governo-monti-3/#axzz1uH6woazj

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  3. Paola Cinti

    Se la situazione Monti non la vede, non mi dispiace… c’è ancora molto da fare ed è meglio che non si allarmi, così quando arriverà un tir con rimorchio a buttarlo giù non lo troverà preparato.
    Detto questo credo che una delle malattie più diffuse sia una generilizzata onnipotenza, per lo più dovuta al fatto che negli ultimi decenni non c’è stata mai opposizione e neanche la possibilità reale di espressione.
    Ho letto l’analisi e mi sembra intrisa di buon senso… qualità che oggi considero prioritaria.

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  4. Roberto Rizzardi

    Direi un sogno premonitore visto il responso elettorale!
    Le reazioni (ridicole e patetiche) dei leaders politici, straniti e confusi e desiderosi di conoscere la targa dell’autoarticolato che li ha travolti, testimoniano della loro incapacità di comprendere il risentimento e la determinazione dei cittadini.
    Di pìù. Arroganti e autoreferenziali come sono, non hanno capito che, con il web e i social networks, hanno perso il controllo e l’esclusiva della comunicazione politica e sociale.
    Non passa più tutto da loro. Il darwinismo avrà ragione di loro?

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  5. Paola Cinti

    E’ impressionante leggere le considerazioni dei partiti post-voto… se quello di Gianfranco è stato un sogno (premonitore) quello che raccontano loro è delirio autoreferenziale… il solito gioco delle tre carte.
    Oggi anche il voto non è che una delle tante variabili da tenere in considerazione per comprendere la realtà. In passato forse l’unica occasione di scelta affiancata dallo sciopero come momento di dissenso. Ma oggi? Dai… in fondo oggi votiamo tutti i giorni sui social network.

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  6. Gianfranco Personé

    Cara “Petra” quello che affermi è vero. L’importanza dei social network è ormai un fatto conclamato. Come in realtà essi incidano in Italia, e possano dar vita a qualcosa di nuovo politicamente parlando, è ancora da vedere. Analisi “sognanti” si possono fare, ma dal sogno alla realtà, anche se virtuale, ce ne passano ancora molte di connessioni (una vota si sarebbe detto di strada). Se stiamo ai fatti e leggiamo le dichiarazione degli uomini “partitici” (voglio coniare questo nuovo termine al posto dell’abusato “politici”), credo che ancora una volta dimostrano di non aver capito niente; o sono veramente convinti che, chiusi nella loro torre d’avorio, nessuno li potrà mai scalfire, o peggio, sono incapaci di trovare ancora un scatto che li riavvicini alla vera politica e ai cittadini. Il personaggio di Beppe Grillo, come comico mi piaceva come politico molto meno, ma comunque ha avuto merito di dare voce e corpo a una massa di giovani e cittadini che vogliono riappropriarsi della cosa comune e della vita politica di questo paese. Capire se a ingrossare le sue fila sono i vecchi astenuti delusi della sinistra, o i transfughi della Lega o Pdl ha per me poca rilevanza. È l’evidente sintomo che qualcosa si è rotto e va riparato, ripristinando la partecipazione dei cittadini, svecchiando totalmente gli apparati, dando esempi di onestà, correttezza ed equità, altrimenti i partiti sono finiti. Ci vuole coraggio e fermezza per fare le pulizie in casa da soli, a destra come a sinistra; non la commedia napoletana che hanno messo in scena alla Lega, altrimenti arriverà la “Fulgida” di turno che li spazzerà tutti via. Con quali conseguenze per il paese non è dato sapere. Le votazioni in Francia e in Grecia ci hanno mandato segnali discordanti di come se ne potrebbe uscire. Anche se hanno votato solo nove milioni di italiani, il crollo della destra è evidente. La fine del berlusconismo (salvo cavalli di ritorno, ben foraggiati, alle politiche) e la crescita (che non sarà un “boom” ma ha fatto “bang”, del movimento 5 stelle è la riprova della voglia di qualcosa di segno opposto al rigore troppo “finanziario” di Monti. Il vero problema per me che ci si può ritrovare con una sinistra senza popolo, una destra senza imprenditori e un populismo senza sinistra e senza destra. Un mostro politico senza testa, senza braccia che corre sulle gambe della disperazione. I social network cosa sapranno fare?

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  7. Paola Cinti

    No… purtroppo non credo che i social network ci possano dire (da soli) cosa fare. E’ un po’ come l’invenzione della ruota che indiscutibilmente ha determinato il futuro (dai trasporti agli orologi) ma ha avuto bisogno di tantissimi talenti per esprimersi a pieno come invenzione. A questo proposito ricordo un disegno che secondo me può darci un’idea della situazione: si vedeva un uomo che spingeva un carro montato su ruote quadrate che trasportava un carico di ruote tonde… ecco è come se ancora fossimo un po’ scemi…
    Se trovo l’immagine la posto su FB.

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