Vedo il film Sylvia, rileggo la storia di Sylvia Plath e in realtà mi trovo a pensare alle vicende del marito, Ted Hughes. Ted, aspirante poeta, viene spinto a partecipare ad un concorso di poesia nel 1957 da Sylvia, che pur conoscendolo da poco crede in lui più di quanto lui creda in se stesso. Da questa spinta iniziale, e da questa prima immediata affermazione, Ted comincerà a costruire la sua strada verso il successo. Sylvia invece muore suicida nel 1963, con il gas in cucina. Molti dicono a causa della relazione che Ted aveva con una vicina di casa Assia Wevil, poetessa anch’essa, a sua volta suicidatasi nel ’69 dopo aver ucciso la figlia di quattro anni che aveva avuto da Ted. Prima edizione, 1998 Lui impiega 35 anni a ricomporre in sé la storia con Sylvia, durata solo sette anni (dal 1956 al 1963) e nel 1998 pubblica Birthday Letters – Lettere di compleanno, in memoria di Sylvia, forse come risarcimento postumo di qualcosa di difficile da dire. Ted muore subito dopo. Non è una storia romantica, è una storia di fallimenti. Un fallimento di vite spezzate dal suicidio. Ma anche di un fallimento apparentemente meno radicale, ma non meno profondo, di un uomo, Ted Hughes, che deve il suo successo e la sua identità sociale esclusivamente a quel primo atto di fiducia da parte di Sylvia, e che dopo la sua morte impiegherà 35 anni, praticamente tutto il resto della sua vita, a elaborare e pagare il prezzo del suo successo, e pubblicare, prima di morire, quelle Birthday Letters in cui racconta la storia di quei 7 anni di rapporto con Sylvia, che non fecero di lui un uomo, ma solo un poeta. Un fallimento che è stato l’incapacità di pensare e reggere immagini di donna e di uomo diverse. Forse per questo la propongo l’8 marzo. Per cercare strade diverse, in cui non ci siano riti da celebrare, ruoli da rispettare e prezzi da pagare. Sylvia e Ted, la storia di un fallimento. Di un fallimento nel successo. Ma cos’è realizzazione? Che rapporto c’è tra successo e realizzazione? E la realizzazione di una donna e quella di un uomo passano per le stesse strade? Come costruire un rapporto diverso? …Voi attizzate e frugate. carne, ossa, non ne trovate …….. Dalla cenere io rivengo con le mie rosse chiome e mangio uomini come aria di vento. Sylvia Plath 6 Risposte Paola Cinti Marzo 8, 2011 Quello del cinema, del teatro, della letteratura e dell’arte in generale è un mondo costellato di donne uccise o suicide. Come se non si riuscisse mai, neanche tra i più grandi geni quali Shakespeare, a superare questa immagine che unisce eros e thanatos. Oggi stiamo vivendo un periodo che, secondo me, ci sta ripronendo questo tema, e probabilmente è anche l’occasione per provare a fare storie diverse. Rispondi Antonio Marzo 8, 2011 Questa immagine di indissolubilità di eros e thanatos sembra una specie di maledizione nella storia, e per di più “santificata” poi dal freudismo. E si ripropone in maniera anche subdola, di fronte a fatti estremi di cronaca, come se non potesse esserci altro se non un demone interno che “sporca” e “uccide” ogni possibilità. Fare storie diverse come tu ci proponi, Paola, è la cosa più bella e impegnativa che possiamo costruire: un’immagine diversa della donna, un’immagine diversa dell’uomo. Un’immagine diversa del loro rapporto, nuova rispetto alla consuetudine di immagini ormai vecchie di secoli. Rispondi Andreas Marzo 8, 2011 Le diversità uniscono molto di piú delle eguaglianze, se queste vengono accettate, riconosciute e difese. Il vantaggio sociale, creativo ed innovativo che se ne trarrebbe, sarebbe epocale. Rispondi Antonio Marzo 8, 2011 Totalmente da condividere quel che dici: il progresso, quello vero, il progresso umano, si alimenta solo “dalla” e “nella” diversità. E la diversità cui stiamo pensando ora è quella più radicale: quella tra uomo e donna! Per il superamento del meccanismo psicologico invece più “omologante”, quello dell’identificazione. Rispondi Antonio Marzo 9, 2011 9 marzo 2011. Le mimose negli uffici già appassiscono. Velenosa, la consuetudine invade il pensiero e si continuano i comportamenti soliti e i discorsi ormai abusati dalla cronaca. Il vero 8 marzo comincia oggi, nello sforzo di ricerca di una possibilità diversa. Strade comuni, strade diverse. Percorsi di realizzazione umana. Rispondi Paola Cinti Marzo 9, 2011 Già… oggi comincia il lavoro quotidiano. Quello fatto di confronti continui con chi non riconosci uguale a te stesso, come l’immagine allo specchio che non ti dice mai nulla di diverso da quello che già sai. E oggi continuano le lotte di noi donne per mantenere tante conquiste fatte e quella vostra di continua scoperte, perchè è arrivato il momento che siate voi a sorprenderci! Rispondi Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito
Paola Cinti Marzo 8, 2011 Quello del cinema, del teatro, della letteratura e dell’arte in generale è un mondo costellato di donne uccise o suicide. Come se non si riuscisse mai, neanche tra i più grandi geni quali Shakespeare, a superare questa immagine che unisce eros e thanatos. Oggi stiamo vivendo un periodo che, secondo me, ci sta ripronendo questo tema, e probabilmente è anche l’occasione per provare a fare storie diverse. Rispondi
Antonio Marzo 8, 2011 Questa immagine di indissolubilità di eros e thanatos sembra una specie di maledizione nella storia, e per di più “santificata” poi dal freudismo. E si ripropone in maniera anche subdola, di fronte a fatti estremi di cronaca, come se non potesse esserci altro se non un demone interno che “sporca” e “uccide” ogni possibilità. Fare storie diverse come tu ci proponi, Paola, è la cosa più bella e impegnativa che possiamo costruire: un’immagine diversa della donna, un’immagine diversa dell’uomo. Un’immagine diversa del loro rapporto, nuova rispetto alla consuetudine di immagini ormai vecchie di secoli. Rispondi
Andreas Marzo 8, 2011 Le diversità uniscono molto di piú delle eguaglianze, se queste vengono accettate, riconosciute e difese. Il vantaggio sociale, creativo ed innovativo che se ne trarrebbe, sarebbe epocale. Rispondi
Antonio Marzo 8, 2011 Totalmente da condividere quel che dici: il progresso, quello vero, il progresso umano, si alimenta solo “dalla” e “nella” diversità. E la diversità cui stiamo pensando ora è quella più radicale: quella tra uomo e donna! Per il superamento del meccanismo psicologico invece più “omologante”, quello dell’identificazione. Rispondi
Antonio Marzo 9, 2011 9 marzo 2011. Le mimose negli uffici già appassiscono. Velenosa, la consuetudine invade il pensiero e si continuano i comportamenti soliti e i discorsi ormai abusati dalla cronaca. Il vero 8 marzo comincia oggi, nello sforzo di ricerca di una possibilità diversa. Strade comuni, strade diverse. Percorsi di realizzazione umana. Rispondi
Paola Cinti Marzo 9, 2011 Già… oggi comincia il lavoro quotidiano. Quello fatto di confronti continui con chi non riconosci uguale a te stesso, come l’immagine allo specchio che non ti dice mai nulla di diverso da quello che già sai. E oggi continuano le lotte di noi donne per mantenere tante conquiste fatte e quella vostra di continua scoperte, perchè è arrivato il momento che siate voi a sorprenderci! Rispondi