Il web continua la sua corsa e con esso le persone. I dati ci dicono che cresce la presenza su Internet in Europa e, nel mese di febbraio, l’utilizzo della Rete ha coinvolto 386,6 milioni di europei con una presenza media di 27,5 ore.

 

Tra i social network la parte del leone la fa ancora Facebook con un presenza pro capite di 405 minuti, nel periodo tra settembre e dicembre 2011, contro i 17 di linkedin e i 21 di twitter. (Fonte www.comscore.com).

I quotidiani traghettano sui social network seguendo le scelte dell’advertising che sta inesorabilmente mettendo in atto la sua separazione dalla carta e  perfino il The Guardian ha inaugurato da qualche settimana la sua pagina su Facebook.
L’editoria sta cambiando volto e aumentano gli scrittori che decidono di pubblicare se stessi, rivolgendosi all’esterno solo per stampa e distribuzione. Anche la musica e il cinema stanno studiando nuove forme di rapporto diretto.

A tirare le somme si direbbe che gli artefici della domanda economica e i produttori di beni e servizi stiano via via eleggendo il web come luogo di incontro e la comunicazione sta diventando il linguaggio universale che li mette in contatto. Chi e cosa manca allora all’appello?

In Italia 2 soggetti sembra siano rimasti decisamente indietro.

Uno è la politica che continua ad ignorare i segnali che arrivano dai blog e dai social network oppure ad etichettarli come “antipolitica” con un senso dell’umorismo assai notevole visto che il più “ignorante” di noi ha prove evidenti su quanto ognuno di loro contribuisca ogni giorno a costruire l’antipolitica, segando tra l’altro il ramo dove sono seduti. E noi stiamo solo aspettando che questo succeda, con la pazienza e la tranquillità di chi sa di essere seduto sul ramo di un altro albero.

L’altro soggetto che non si informa, non comprende o forse semplicemente non può fare parte di questa nuova storia sono “i grandi imprenditori”. Quando li vedi su Facebook con le loro pagine tutte arredate per bene da contenuti e iscritti fanno quasi tenerezza per quanto sono inadatti, impreparati e ingenui nello sperare che il teatrino possa funzionare. Sicuri del loro nome e della loro storia, come se fosse una medaglia da appuntarsi alla giacca, si espongono al rischio quotidiano di veder crollare il castello di carte ad opera di un un manipolo di normalissimi cittadini che, con qualche commento o domanda, di fatto annunciano al mondo che il “re è nudo”.

Da cosa sono accomunati questi due soggetti?

Sicuramente dalla disabitudine al dialogo, quello vero ovviamente, non quello organizzato nei talk show. Disabitudine che ovviamente li ha portati a non ascoltare o meglio a pensare nel più profondo che non c’è niente da ascoltare. Che gli elettori, così come i clienti, non esistono veramente se non come effetto collaterale della loro esistenza.

Intanto il web e in particolare i social network come Facebook stanno allenando una bella fetta di popolazione all’analisi, alla critica, all’espressione del pensiero, alla scelta… stimolano le persone alla velocità, alla varietà di contenuti, al rapporto con persone sconosciute ma non per questo nemiche. Basta osservare una bacheca Facebook di uno qualsiasi di noi per vedere che comunichiamo con persone di cui non conosciamo l’età, il colore della pelle, il lavoro, gli studi o la disponibilità economica… scegliamo quello che ci piace perché ci piace, ci convince, ci stuzzica, ci fa pensare.

Forse queste persone non sono ancora scese in piazza per protestare, ma di sicuro stanno alimentando qualcosa che ha un sapore decisamente rivoluzionario. E allora… stay tuned…

 

3 Risposte

  1. Gianfranco Personé

    Si cara Paola, per molti politici ed imprenditori che sono inopportunamente sul WEB, ancora 1+1 = 2. Come due sono le cose infinite. L’universo e la stupida umana. Io invecchiando assomiglio sempre di più al buon Alber t, sfortunatamente solo esteriormente ma come lui sono convinto che la stupidità umana non ha confine. Il web è mettersi in piazza e accettare il confronto. Ma loro sono chiusi nella loro torre d’avorio e hanno completamente perso il senso della realtà. Forse non erano in grado di capire il mondo che li circondava già da prima, ma le sovrastrutture che si erano creati li teneva fuori dalla mischia, si auto compiacevano e celebravano in aree protette circondati da ipocriti, lecchini spesso anche incompetenti. Ora pensano di poter scendere in strada come se nulla fosse, come direbbe un altro grande Alberto (Sordi) nella parte del Marchese del Grillo: “perché io so io e voi non siete un cazzo”. Il caso Benetton, che tu conosci bene, è emblematico. Per altro si sono circondati di omuncoli appunto incompetenti, che svolgono il lavoro “sporco” per loro. Sporco non perché lo sia di sostanza, ma per il modo con cui l’attuano, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Io stando su Facebook ho avuto la possibilità di entrare in contatto con te, Roberto, Andreas, Sandro e molti altri e mi sento arricchito da questo incontro. Grazie FB e a te. A presto amica mia.

    Rispondi
    • Paola Cinti

      Ebbene si lo ammetto… la foto era una dedica a te! Sapevo che anche la frase ti avrebbe trovato in perfetta sintonia, così come sappiamo di esserlo con molti dei compagni di avventure che popolano le nostre bacheche e che crescono di giorno in giorno.
      Poche regole ma fondanti e assolute: i social network sono trasparenti, esserci e starci, la popolarità e la reputazione non sono la stessa cosa e ultima ma non meno importante: non è marketing che puoi comprare e delegare, ma è rischio, dialogo, responsabilità, crescita continua e ascolto.
      Ecco perchè è vera la frase di Einestein… è tutto così semplice che solo se sei disonesto non puoi capire.

      Rispondi
  2. Antonio

    …ciò che dovrà succedere…il crollo delle torri d’avorio…ma prima ancora rendersi conto che certe istituzioni, certi imprenditori, sono ormai totalmente lontani, distaccati e scissi dalla realtà e dalla realtà sociale, forse, anzi sicuramente persino da se stessi. Se penso al sito di Alessandro Benetton (non Facebook, ma proprio il sito) e al fatto che è un patinato depliant autocelebrativo pieno di luoghi comuni e di parole solo apparentemente “alte”, ecco mi rendo conto che il web ci permette di vedere subito la falsità di certi mondi di parole, e agire di conseguenza. Sui vostri interventi vorrei tornare con più calma. Meritano parole vere, come le vostre.

    Rispondi

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata