Come un temporary blog può diventare il luogo dove raccontare l’ideazione, la progettazione, le ricerche, la realizzazione, i protagonisti e gli esiti di un evento. L’occasione arriva quest’anno con l’Annual Meeting Mida 2013 dal titolo “Long Life Opportunity. Idee e progetti per la valorizzazione del capitale umano over 50“, che mi cimenta ancora una volta con un temporary blog, dopo la bellissima esperienza con “We(R)Evolution”. Può sembrare una storia che si ripete, se non fosse che i due eventi sono stati così diversi che la comunicazione non poteva essere uguale, così come le sensazioni vissute durante tutto il periodo di vita di questi blog. Ma andiamo per gradi… Il racconto dell’esperienza Raccontare un temporary blog come quello di Long Life Opportunity è un esercizio inutile perchè la storia è parte di esso. Post per post abbiamo raccontato come è nata l’idea, come l’abbiamo declinata attraverso il titolo, il logo, le immagini e come l’abbiamo sviluppata, momento per momento, creando i contenuti fino al 18 febbraio, giorno in cui l’evento da virtuale è diventato reale. Ma i fatti non sono l’esperienza, che invece rimane invisibile ad occhio nudo e che, se la sveliamo, ci racconterà prima di tutto di tantissime persone che ruotano intorno al blog: chi organizza, chi scrive, chi è coinvolto dall’esterno, chi commenta, chi all’improvviso viene tirato dentro al progetto e chi giorno per giorno continuerà a visitarlo, perchè esso ha una vita molto più lunga dei fatti. Perchè un temporary blog Alla mia seconda esperienza direi che i motivi sono un po’ più chiari. La mia adesione alla professione mi obbliga a pensare e a dire che è uno strumento di engagement, che dà visibilità ad un evento, mantiene costante l’attenzione, permette un ottimo posizionamento sul web e tutto quello che serve sapere e dire sul Corporate and Personal Branding. Tutto vero, ma ahimè non rappresenta tutta la verità e forse neanche quella più bella e importante. In un mondo come questo, sia reale che virtuale, dove tutto viene consumato in un frazione di secondo si rischia di rendere materiale ogni esperienza, di vivere eventi come questo in modo non troppo diverso dal consumo di un buon bicchiere di vino. Ecco, il temporary blog è il racconto di come e perché quel vino è così buono, attraverso gli elementi e le persone che lo hanno reso possibile. Un po’ come raccontare della terra e del sole, della potatura e delle piogge, passando attraverso tutte le mani che sono diventate artefici di quel bicchiere di vino. Io e Long Life Opportunity Ripercorrendo tutti i post, la cosa che mi piace di più è la sensazione netta di non aver voluto dimenticare nessuno. Come se fosse importante per me dare un nome preciso ad ognuno dei protagonisti. Quasi un’ossessione a volte, quella di volerci tutti dentro… come se fosse una nave che, partita per un viaggio, debba essere certa di non aver lasciato a terra nessuno dei membri dell’equipaggio. Potrei paragonarlo ad un racconto (storytelling?) o ad un diario di bordo, ma non è così. Non c’è uno scrittore o un comandante con il suo quaderno e la sua penna, non c’è il silenzio necessario a chi scrive per dipanare il filo dei pensieri… qui le voci sono molte e la storia si crea giorno per giorno nelle menti di chi la immagina e dalle mani ogni volta degli autori, di chi interviene, di chi inventa un nome o un immagine, di chi permette alla struttura di esistere e navigare fino a portarci a destinazione. Un viaggio che fino all’ultimo post non svela la sua destinazione finale e che, proprio per questo, diventa speciale. 4 Risposte Gianfranco Personé Maggio 12, 2013 Paola le tue parole mi hanno fatto riaffiorare alla mente l’idea di quegli artisti di jazz che si riunivano per fare delle “jam session”, magari per strada come era uso fare nella vecchia New Orleans, e qualche volta quei gruppi si consolidavano in band o quartetti stabili. In fondo una jam session non è altro che una riunione (regolare o estemporanea) di musicisti che si ritrovano per una performance musicale senza aver nulla di preordinato, di solito improvvisando su griglie di accordi e temi conosciuti (standard). Alcune volte queste improvvisazioni diventavano e diventano ancora dei bellissimi dischi. Ora invece altri “artisti” del web” si ritrovano in un sito come quello di Mida e danno vita a qualcosa di unico. Grazie ancora per aver potuto essere uno dei tanti “suonatori” di web community. 😉 Rispondi Paola Cinti Maggio 12, 2013 Mi piace il parallelismo e mi piace anche l’immagine, forse dovremmo costruire un luogo dove “suonare” spesso insieme 😉 Rispondi Alessandro Maggio 28, 2013 Indubbiamente un contesto da sviluppare e per le aziende una valida opportunità. Come al solito ti dimostri avanti 😉 Rispondi Paola Cinti Maggio 28, 2013 Grazie Alessandro, è una grande gioia per me averti nel mio blog. Rispondi Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito
Gianfranco Personé Maggio 12, 2013 Paola le tue parole mi hanno fatto riaffiorare alla mente l’idea di quegli artisti di jazz che si riunivano per fare delle “jam session”, magari per strada come era uso fare nella vecchia New Orleans, e qualche volta quei gruppi si consolidavano in band o quartetti stabili. In fondo una jam session non è altro che una riunione (regolare o estemporanea) di musicisti che si ritrovano per una performance musicale senza aver nulla di preordinato, di solito improvvisando su griglie di accordi e temi conosciuti (standard). Alcune volte queste improvvisazioni diventavano e diventano ancora dei bellissimi dischi. Ora invece altri “artisti” del web” si ritrovano in un sito come quello di Mida e danno vita a qualcosa di unico. Grazie ancora per aver potuto essere uno dei tanti “suonatori” di web community. 😉 Rispondi
Paola Cinti Maggio 12, 2013 Mi piace il parallelismo e mi piace anche l’immagine, forse dovremmo costruire un luogo dove “suonare” spesso insieme 😉 Rispondi
Alessandro Maggio 28, 2013 Indubbiamente un contesto da sviluppare e per le aziende una valida opportunità. Come al solito ti dimostri avanti 😉 Rispondi
Paola Cinti Maggio 28, 2013 Grazie Alessandro, è una grande gioia per me averti nel mio blog. Rispondi